Azienda Agricola Perelle

Progetto LIDACIPO

LIDACIPO (LImitare i DAnni da CInipide con POtature)

Misura n. 124 del Piano di Sviluppo Rurale della Regione Toscana 2007/2013
Cooperazione per lo sviluppo di nuovi prodotti, processi e tecnologie nei settori agricolo e alimentare e in quello forestale

Settore di riferimento prevalente: Foresta-Legno

Forma di aggregazione del partenariato: ATS (Associazione Temporanea di Scopo)
Azienda Agricola Perelle di Andrea Ulivieri, Azienda Agricola Poggio Bendico Roberto Ulivieri, DEISTAF Università degli Studi di Firenze.

Impresa Capofila: Azienda Agricola Poggio Bendico di Roberto Ulivieri.

Obiettivi: Contrastare l’effetto del cinipide galligeno su castagneti da frutto applicando come mezzo di lotta indiretta un nuovo modello di potature nell’ambito di un’innovazione nel processo produttivo della Castagna del Monte Amiata IGP. Il modello, con approcci diversi secondo le differenti caratteristiche di singole piante o singoli soprassuoli, persegue l’effetto di ridurre la percentuale di foglie, getti e infiorescenze organi colpiti da cinipide garantendo:

  • un livello di produzione di frutti nell’anno di applicazione paragonabile a quello di piante sane;
  • un migliore stato vegetativo nell’anno successivo all’intervento.

Fasi e azioni: Il progetto prevede cinque fasi che si articolano in quindici azioni.
Nella fase di avvio del progetto sono previste azioni di costituzione e gestione della rete di partenariato (tramite la costituzione dell’ATS e azioni di coordinamento del progetto) e di azioni preliminari per quanto riguarda l’applicazione di nuovi processi produttivi (con la scelta delle aree e delle piante oggetto dell’intervento e la definizione del modello di potatura differenziato).
Nella seconda fase si procederà con l’applicazione del modello di potatura prevedendo un’azione di addestramento dei potatori tree-climbers  che poi procederanno agli interventi di potatura ripetuti nel corso di tutto l’anno (in almeno 4 periodi). Le potature saranno realizzate in due castagneti posti a distanze diverse da focolai d’infezione del cinipide. La fase tre prevede azioni finalizzate allo sviluppo e collaudo di nuovi processi produttivi ovvero al monitoraggio dell’esito degli interventi. Su un campione rappresentativo di castagni saranno effettuati sia rilievi periodici condotti sulle piante per quantificare la risposta alle potature (quest’azione sarà preceduta dall’addestramento di un rilevatore in grado di operare sulla pianta) sia un rilievo a fine stagione vegetativa mirato a quantificare la superficie fotosintetizzante e la fruttificazione.
Nella fase successiva si procederà con l’elaborazione dei dati raccolti durante i vari rilievi e la successiva interpretazione dei risultati allo scopo di collaudare il nuovo processo produttivo adottato e di fornire indicazioni sull’applicabilità in altre situazioni.
Il progetto sarà completato con una fase di divulgazione dei risultati acquisiti e di diffusione dell’innovazione, che prevede la redazione di un dépliant tecnico che illustri l’esperienza pilota condotte nei 2 castagneti, siti web aziendali divulgativi, almeno una pubblicazione su rivista tecnico scientifica diffusa a livello nazionale e infine l’organizzazione e la realizzazione di una giornata di studio, con visita in campo nelle aree in cui si è svolto il progetto, in collaborazione con l’Associazione per la Valorizzazione della Castagna del Monte Amiata IGP.

Risultati e ricadute economiche e ambientali: Il risultato perseguito è quello di mantenere nei castagneti da frutto oggetti dell’intervento livelli sostenibili di produzione di castagne e un buono stato fitosanitario, nonostante l’attacco del cinipide; si tratta nel primo caso di una sostenibilità economica e sociale e nel secondo caso di una sostenibilità ecologica. In questo modo, in attesa che i metodi di lotta biologica diretta manifestino i loro effetti, si eviterà una futura ulteriore degradazione della situazione castanicola.
Il proseguimento di una attiva e produttiva castanicoltura consentirà il permanere del presidio umano con ricadute economiche e sociali grazie ad un prodotto, la Castagna del Monte Amiata, di valore riconosciuto a li vello Comunitario con il marchio IGP. Di grande rilevanza sono pure le conseguenze da un punto di vista paesaggistico e turistico, dato che il castagneto da frutto attivamente coltivato è il soprassuolo forestale più apprezzato dal punto di vista ricreativo. Il permanere di un’attiva castanicoltura comporta anche una cura del territorio e la sua salvaguardia dal punto di vista idrogeologico.